La Schema Therapy raggruppa i mode di coping maladattivi in tre categorie che corrispondono ai tre stili di coping. I mode di coping descritti di seguito ci consentono di proteggerci dalle intense emozioni negative scatenate dall’attivarsi dei mode del Bambino o dei mode del Genitore Interiorizzato che quando si attivano si portano dietro gli Schemi Maladattivi Precoci predominanti.
Grazie ai mode di coping è possibile ottenere a breve termine un senso di sollievo, ma a lungo termine ci si trova costretti a gestire una serie di problemi causati dall’effetto negativo che essi hanno su di noi e sugli altri. Se ripetuti nel tempo in modo stabile e rigido, infatti, essi rinforzano e mantengono gli Schemi Maladattivi Primari, per tale ragione vengono anch’essi definiti maladattivi, nonostante la loro originaria utilità nel proteggerci da situazioni difficili e sopraffacenti.
Mode di coping maladattivi
1) Resa
In questa categoria rientrano i mode che si caratterizzano per la tendenza ad arrendersi agli schemi e ai loro contenuti. Non evitando e non ipercompensando, in questi mode le emozioni possono essere sentite in modo più intenso.
Mode di coping Arreso compiacente
Questo mode ci fa ricercare rassicurazioni e ci fa agire in modo passivo, servile e sottomesso, permettendo agli altri di maltrattarci e sottometterci a causa della paura provata nell’eventualità di dover affrontare un conflitto o un rifiuto qualora ci si opponesse, pertanto in questo mode non si riesce a fare alcun passo per ottenere che i nostri bisogni sani vengano corrisposti. Si continua, infatti, a scegliere persone e comportamenti che mantengono gli schemi maladattivi caratterizzati da un contenuto di sconfitta che continua a spaventarci e a ferirci.
2) Evitamento
In questa categoria rientrano i mode che si caratterizzano per la tendenza ad evitare l’attivarsi degli schemi e il loro contenuto, ma anche le intense emozioni che si portano dietro e lo stare connessi con gli altri.
Mode di coping Protettore distaccato
Questo mode permette il distacco emotivo dagli stati interni, cioè ci fa allontanare psicologicamente dal dolore provocato dal contenuto dello schema attivo, per questo si può apparire caratterizzati da “opacità” e può sembrare che si funzioni come dei robot. Questo mode ci fa impegnare in attività che ci permettono di distrarci dalle emozioni o calmarci quando queste sono troppo intense, ma anche di disconnetterci e distanziarci dagli altri che in questa circostanza si trovano nell’impossibilità di aiutarci, pur volendo. In questo isolamento emotivo e relazionale si può provare depersonalizzazione, vuoto, noia e possono comparire condotte autolesionistiche per gestire o uscire da questi stati.
Mode di coping Autoconsolatore distaccato
Questo mode è un sottotipo del mode di coping Protettore distaccato che tenta di allontanare le nostre emozioni attraverso comportamenti ripetitivi e compulsivi, per esempio attraverso interessi solitari quali giocare ai giochi sul computer, guardare la TV, leggere o fantasticare, ma anche attraverso comportamenti compulsivi di dipendenza da droghe (come ad esempio l’eroina che può avere una funzione autoconsolatoria, contrariamente ad altre droghe come la cocaina che invece possono avere una funzione stimolante) o da alcol, ma anche comportamentale come l’iperlavoro, il sesso promiscuo, il binge-eating, lo shopping compulsivo, il gioco d’azzardo patologico o la dipendenza da internet.
Mode di coping Autostimolatore distaccato
Questo mode è un altro sottotipo del mode di coping Protettore distaccato che tenta di allontanare o placare le nostre emozioni, contrariamente al precedente, attraverso la ricerca di attività stimolanti come sport estremi, guidare ad alta velocità o impegnarsi in imprese pericolose. Le sensazioni forti e il rischio, infatti, producono uno stato di eccitazione attraverso il quale si ottiene l’evitamento di emozioni dolorose, proprio come nel caso delle dipendenze da alcune sostanze o da alcuni comportamenti. Quando ci si trova in questo mode si avverte un piacevole senso di insensibilità o di euforia, entrambe utili ad escludere la sofferenza. In questo stato distaccato, infatti, il tempo passa senza che ce ne rendiamo conto e i problemi vengono momentaneamente dimenticati.
Mode di coping Protettore evitante
Questo mode si caratterizza per l’evitamento comportamentale di tutte quelle situazioni, attività o persone che possono attivare emozioni e sensazioni intense, come per esempio, le situazioni che attivano ansia/panico, come la corsa o i conflitti interpersonali.
Mode di coping Protettore arrabbiato (o lamentoso)
Quando ci si trova in questo mode si tira su un “muro” con il quale ci si protegge dagli altri percepiti come minacciosi. Si può trattare di un “muro di rabbia”, se gli altri vengono tenuti a distanza di sicurezza mostrandosi irritati o arrabbiati oppure di “un muro di lamenti”, se gli altri vengono tenuti a distanza di sicurezza lamentandosi in continuazione, per esempio con lamentele somatiche.
3) Ipercompensazione
In questa categoria rientrano i mode che si caratterizzano per la tendenza a contrastare lo schema e il suo contenuto facendoci comportare in modo contrario a quanto predicato dallo schema.
Mode di coping Autoesaltatore
Questo mode ci fa comportare in modo competitivo, grandioso, denigratorio, abusante o alla ricerca di status per ottenere o mantenere ciò che vogliamo. Quando ci si trova in questo mode siamo quasi completamente assorbiti da noi stessi e mostriamo poca empatia per i bisogni o sentimenti degli altri, verso i quali si ha un atteggiamento svalutante. Ci si mostra, inoltre, superiori e ci si aspetta di essere trattati come esseri “speciali” che si ritiene non debbano seguire e rispettare le stesse regole degli altri. In questo mode, infatti, si brama l’ammirazione e di frequente ci si vanta o ci si comporta autoesaltandosi, allo scopo di esagerare e esaltare il proprio senso del sé e contrastare la sensazione di sentirsi inferiori e insignificanti.
Mode di coping Ricerca di approvazione
Questo mode cerca di farci ottenere l’attenzione e l’approvazione degli altri con comportamenti stravaganti, inappropriati o esagerati. Di solito ciò serve a compensare la sottostante sensazione di solitudine o mancanza di riconoscimento.
Mode di coping Ipercontrollante
Questo mode cerca di proteggerci da un pericolo percepito o reale focalizzando l’attenzione, rimuginando ed esercitando un controllo estremo. Possono essere distinti i seguenti sottotipi:
Mode di coping Perfezionista ipercontrollante
In questo mode ci si focalizza sul perfezionismo per ottenere controllo e prevenire sventure e critiche.
Mode di coping Ossessivo ipercontrollante
In questo mode si presentano ossessioni (idee, pensieri, impulsi o immagini) che insorgono improvvisamente nella mente e vengono percepite come intrusive, fastidiose e prive di senso e/o compulsioni (azioni mentali o comportamentali, come pulire, mettere in ordine, controllare), con le quali si cerca di contrastare il contenuto minaccioso delle ossessioni e i sentimenti di impotenza che queste attivano.
Mode di coping Paranoico ipercontrollante
In questo mode ci si focalizza sulla vigilanza e a causa della sospettosità nei confronti degli altri si controlla il loro comportamento e si verifica che non vi siano segnali di malevolenza nei nostri confronti.
Mode di coping Prepotente e violento
Questo mode ci fa utilizzare minacce, aggressioni e intimidazioni per ottenere ciò che si vuole o per proteggersi da un danno percepito reale, in questo modo si contrasta i sentimenti di debolezza e/o impotenza.
Mode di coping Freddo manipolatore
Questo mode ci fa manipolare, mentire e truffare per ottenere uno specifico obiettivo, che include il danneggiare gli altri o l’evitare la punizione.
Mode di coping Predatore
Questo mode ci fa focalizzare sull’eliminazione di una minaccia, di un rivale, di un ostacolo o di un nemico, in modo freddo, spietato e calcolatore. A differenza del mode di coping Prepotente e violento, che prevede una modalità di aggressione “calda”, il mode di coping Predatore prevede un’aggressione fredda e spietata.
Bibliografia
Arnould, A., & Gitta, J., (a cura di Carmelita, A.), (2013). Schema Therapy in Azione: teoria e pratica. Istituto di Scienze Cognitive Editore, Sassari.
Raffaeli, E., Bernstein, D., Young, J., (a cura di Carmelita, A.), (2013). Schema Therapy. Fondamenti di base e differenza della Terapia Cognitiva. Istituto di Scienze Cognitive Editore, Sassari.
Young, J. E., Klosko, J.S., Weishaar, M. E., (edizione italiana a cura di Carrozza, A., Marsigli, N., Melli, G.), (2007). Schema Therapy. La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità. Eclipsi, Firenze.
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