Cosa sono gli schemi che ci creiamo? Siamo nell’ambito della schema therapy.
Il termine Schema, dal greco σχημα, si riferisce ad una struttura o contesto organizzativo che aiuta a creare ordine in un insieme complesso di stimoli o esperienze. Lo schema risponde al bisogno che abbiamo di dare significato a quello che ci sta succedendo e di poterlo prevedere per adattarci al meglio.
Attraverso gli schemi, infatti, riusciamo a mettere ordine, dare senso e prevedere situazioni spesso minacciose e questo ci rassicura. Il senso di sicurezza provato ci fa considerare gli schemi attendibili, anche quando il contenuto anticipato, spesso, non corrisponde alla realtà dei fatti.
Non sottoposto a verifica, poiché considerato attendibile, il contenuto dello schema, continua ad essere utilizzato per ordinare, dare senso e prevedere, anche altre esperienze. Questo è il motivo per cui il contenuto di uno schema, originatosi nell’infanzia continua ad essere utilizzato per ordinare, dare senso e prevedere, anche le esperienze dell’età adulta.
In questo modo si mantengono alcune previsioni su di noi, sugli altri e sul mondo che in modo paradossale ci guidano involontariamente alla ricerca delle stesse condizioni verificatesi nell’infanzia, sebbene esse siano state minacciose e dolorose; confermando così lo schema, la sua previsione e la sua utilità e rendendo difficile la sua confutazione.
Alcuni fattori possono influenzare la formazione degli schemi:
Bisogni Emotivi Primari frustrati
Il bambino, non avendo avuto soddisfatti alcuni Bisogni Emotivi Primari o avendoli avuti soddisfatti in modo inadeguato, può sviluppare schemi che rispecchiano l’assenza o la carenza di qualcosa di importante come la stabilità, la comprensione, l’amore; tale mancanza può diventare una presenza permanente nella sua mente, dannosa per la sua crescita. La frustrazione di Bisogni Emotivi Primari può avvenire, oltre che per mancanza di cure e trascuratezza, anche per eccessive attenzioni. In questo caso il bambino può sviluppare schemi che rispecchiano l’essere stato viziato e assecondato dai suoi genitori, ovvero schemi che gli rispecchiano un’immagine di sé incapace di agire fuori dal contesto familiare per formarsi una vita e un’identità autonoma, a causa del mancato soddisfacimento dei bisogni fondamentali di autonomia e di limiti realistici.
Eventi traumatici
Il bambino soggetto a violenza, anche solo psicologica, non avendo avuto soddisfatto il Bisogno Emotivo Primario di sicurezza, può sviluppare schemi che rispecchiano la presenza del pericolo, del dolore o della minaccia, ovvero, degli schemi che potrebbero renderlo vulnerabile alla sfiducia, all’ipervigilanza, all’ansia o all’impotenza.
Temperamento
Il Temperamento indica la base biologica che determina la spinta ad agire per avere soddisfatti alcuni bisogni. A seconda del suo specifico temperamento un bambino può desiderare di avere soddisfatti alcuni bisogni piuttosto che altri e nel tentativo di averli soddisfatti essere esposto maggiormente di un altro a determinate situazioni o reazioni, rispetto alle quali può reagire in un modo diverso da quello di un altro bambino esposto allo stesso evento. La frustrazione di alcuni di questi bisogni, per lui importanti, può influenzare la formazione di alcuni schemi. Non dimentichiamo però che il temperamento, per quanto espressione di caratteristiche individuali innate, non mediate dalla cultura, tendenzialmente stabili per tutto il corso della vita, tuttavia, può essere influenzato da un ambiente familiare particolarmente favorevole e rispondente o al contrario avverso.
Fattori culturali
Gli schemi risentono degli aspetti culturali caratteristici sia della famiglia di origine che dei contesti sociali e ambientali con i quali si entra in relazione. Gli schemi che il bambino può sviluppare, infatti, variano in funzione delle caratteristiche culturali del contesto nel quale interagisce e di come questo risponde ai bisogni che il suo specifico temperamento chiede di avere soddisfatti. Il contesto culturale pertanto, può facilitare o ostacolare l’interazione con il bambino e quindi la presenza di alcuni schemi piuttosto che altri, a seconda di quali Bisogni Emotivi Primari vengano frustrati nell’interazione.
Bibliografia
- Arnould, A., & Gitta, J., (a cura di Carmelita, A.), (2013). Schema Therapy in Azione: teoria e pratica. Istituto di Scienze Cognitive Editore, Sassari.
- Raffaeli, E., Bernstein, D., Young, J., (a cura di Carmelita, A.), (2013). Schema Therapy. Fondamenti di base e differenza della Terapia Cognitiva. Istituto di Scienze Cognitive Editore, Sassari.
- Young, J. E., Klosko, J.S., Weishaar, M. E., (edizione italiana a cura di Carrozza, A., Marsigli, N., Melli, G.), (2007). Schema Therapy. La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità. Eclipsi, Firenze.
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